P R O J E C T P A I S

f o t o a m a t o r e

Ciao!

Mi chiamo Alessandro, sono un fotoamatore e vivo in Toscana.
Ricordo bene quando, da piccolo, accompagnavo mio padre al laboratorio fotografico vicino casa per far sviluppare l’ultimo rullino scattato con la sua Yashica.
Solitamente era un rullino da 24 pose e in quegli anni le occasioni per fotografare non erano frequentissime, per lo più si trattava di compleanni, feste comandate, picnic, giornate al mare o qualche uscita domenicale particolare. Inoltre acquistare i rullini e svilupparli rientrava tra le spese “eccezionali” a cui i miei genitori prestavano particolare attenzione e questo comportava che quelle 24 pose venissero “spalmate” nel tempo.
Quando finalmente potevo aprire, con impazienza, il pacchetto appena ritirato dal laboratorio provavo ogni volta un vero senso di magia nel rivedere quegli istanti congelati, situazioni vissute in prima persona fissate in eterno su un pezzo di carta 10x15.
In quegli scatti, sempre diversi da come li avevo immaginati, scoprivo inoltre nuovi dettagli che i miei occhi non avevano colto o che avevano già dimenticato, donandomi una sensazione di stupore che non mi ha mai abbandonato.
Quello stupore credo possa rappresentare il seme che, germinando, ha originato la mia passione per la fotografia.
Grazie a quelle fotografie, frammenti sparsi del nostro vissuto, sono cresciuto con a fianco un vero e proprio racconto illustrato che narrava la storia della mia famiglia e questo ha formato in me l’idea che il ciclo naturale della fotografia sia quello che parte dallo scatto, prosegue nello sviluppo e si conclude nella stampa : dallo sguardo alla carta.
Con l’avvento del digitale prima e dei social dopo la maggioranza delle fotografie non vengono più stampate e il loro destino è quello di finire online per fugaci attimi di visibilità e poi essere dimenticate, perse.
Una stampa fotografica invece possiede una bellezza particolare e, toccandola, si percepisce un valore aggiunto e un senso di permanenza che un’immagine digitale non potrà mai restituire : ritengo che per essere viva una fotografia debba essere vissuta e quindi debba essere guardata e commentata anche a distanza di tempo. Dallo sguardo alla carta, appunto.
Questo ovviamente non mi impedisce di apprezzare gli sviluppi tecnologici di questo settore e infatti amo fotografare in digitale ma lo faccio a modo mio, per questo utilizzo ottiche analogiche perchè preferisco la loro resa estetica, meno “chirurgica” delle lenti moderne. In fase di scatto il mio intento è quello di curare la composizione senza applicare particolari virtuosismi tecnici e adotto una postproduzione misurata.
In sintesi non vado alla ricerca di fotografie dall’effetto “Wow!” ma bensì qualcosa di più intimo, sussurrato. Ritengo che una buona fotografia possa essere soltanto due cose, o una bugia raccontata bene o una verità raccontata male.

A presto!

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